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Apericena italo-palestinese e proiezione del film "La sposa di Gerusalemme"

PISTOIA - Venerdì 19 ottobre 2018 dalle ore 20, circolo Arci Garibaldi

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Venerdì 19 ottobre a Pistoia  presso il circolo Arci Garibaldi – Corso Gramsci, 52 riprende, per l’ottavo anno consecutivo, il ciclo “I venerdì del cinema palestinese” promosso dal Comitato Pistoiese per la Palestina in collaborazione con il Circolo Arci Garibaldi.

Prima della proiezione del film “La sposa di Gerusalemme” di Sahera Dirbas (ore 21), è organizzata un’apericena  italo-palestinese (ore 20,  10,00€– 5,00€  per studenti e disoccupati) il cui ricavato sarà devoluto all’asilo di Beit Reema in Cisgiordania.

'La Sposa di Gerusalemme' della regista palestinese Sahera Dirbas, è un piccolo film coraggioso. Per una volta, la lente d'ingrandimento non è puntata direttamente sul conflitto arabo-israeliano (che c'è, seppure non in primissimo piano), bensì sul fenomeno drammatico della tossicodipendenza che solitamente viene censurato.

La sposa ha il volto acqua e sapone di Riham, giovane assistente sociale araba. Tra le strette vie della città vecchia, la ragazza trova il suo principe azzurro. Il corteggiamento avviene a distanza, secondo codici sociali consolidati. Per tre mesi i due vanno avanti a sguardi e qualche saluto. Poi, lo slancio: lo scambio dei numeri di cellulare e un appuntamento, castissimo. E subito le famiglie che s'incontrano per ufficializzare il fidanzamento. Mentre da una parte l'amore prende quota, dall'altra, nella stessa casa, il fratello minore di Riham sprofonda nella droga. I commercianti in città vecchia, dove lavora come facchino, lo additano come 'tossico'. Un'etichetta che mette a rischio il matrimonio della sorella. "Prima di girare il film - ha spiegato Dirbas -, ho fatto alcune ricerche, scoprendo che i casi di matrimoni annullati per questo motivo sono frequenti". Del resto, secondo alcune stime Gerusalemme (parte araba) sarebbe la città del Medio Oriente con il maggior numero di tossicodipendenti. Sono loro ad essere "in prima fila negli scontri con gli israeliani". "Il traffico di droga nei quartieri musulmano e cristiano non è contrastato come nel quartiere ebraico", ha affermato la regista. E' una piaga in ascesa ormai anche tra le donne", eppure molto poco raccontata.

 

La Scheda